sabato 2 gennaio 2010

Chi è u' ciucciu e chi è u' re


 

Il sud Italia non pare molto diverso dal resto del sud del mondo: multinazionali che lo colonizzano o tentano di farlo, disoccupazione, emigrazione, emarginazione, disagio sociale, assenza di servizi degni di questo nome, scarsa istruzione, poche possibilità di accedere alla cultura, poche infrastrutture e chi più ne ha più ne metta.

Tuttavia come spesso avviene nei vari “Sud” del Mondo, anche in quello italiano ci sono tradizioni millenarie, una coscienza che quando si sveglia mette paura a qualsiasi padrone, bellezze uniche da salvaguardare, prodotti tipici di cui vantarsi, e tra tutte le contraddizioni del Sud esiste ancora gente valida e volenterosa che lotta quotidianamente per vivere in maniera onesta e dignitosa.

“U’Ciucciu e U’ Re” nasce con l’intento di mettere insieme almeno un pezzetto di Sud. Vuole essere uno strumento per unire, prima che le lotte, le persone, gli uomini e le donne che credono sia ancora possibile costruire un’altra società. Una società basata sull’uguaglianza, sul rispetto dell’ambiente e della collettività, senza sfruttati né sfruttatori; un mondo dove a governare sia la maggioranza delle persone e non una minoranza di massoni, mafiosi, venduti e corrotti.

U’ciucciu  è per noi il simbolo della fatica e della volontà, ma è anche il simbolo degli sfruttati di chi non ha voce. Il ciuccio, il somaro, l’asino, ha mille nomi e mille facce, è l’animale che ha sempre accompagnato i contadini nel loro lavoro, è sempre stato un fedele compagno a volte anche di sbronze. U’ciucciu fondamentalmente è un ribelle, lo si può prendere in giro o lo si può picchiare ma va sempre avanti e a dispetto di quello che si pensa è molto intelligente.

U’Re invece è il nemico da cacciare, lo sfruttatore, chi tiene quasi tutto per se e concede le briciole solo ai suoi amici più fidati o ai servi più umili e devoti. Ma badate bene anche lui ha mille facce. Nel nostro Paese, inteso come Italia, ne abbiamo tanti, anzi troppi Re. Anche nella Valle del Mercure e nel Pollino ce n’è qualcuno: sono quelli, che in questi anni, hanno tolto le speranze alla nostra gente, sono quelli che ci hanno ridotto al silenzio, ci hanno costretto ad elemosinare un lavoro che è un bisogno-diritto umano. Sono quelli che continuano a usare la carota ed il bastone per diventare sempre più potenti e ricchi loro e sempre più alienati e poveri noi.

Con questo periodico ci poniamo un obiettivo sicuramente ambizioso: vogliamo dare voce al somaro e abbattere il re. In poche parole vogliamo far crescere una coscienza collettiva e civica negli sfruttati della nostra Valle, dar loro la possibilità di esprimersi e di scegliere come governare il territorio; vogliamo cacciare invece tutti quelli che al bene comune mettono davanti gli interessi propri o dei loro amici.

Invitiamo tutti coloro si sentano un po’ ciucci ribelli o chiunque abbia qualcosa da dire, o da denunciare, o meglio ancora da proporre, a partecipare alla realizzazione di questo foglio. Come diceva Antonio Gramsci “Vivo, sono partigiano, perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti”. Questo vale anche per noi, odiamo l’indifferenza e il piagnisteo di chi sa solo lamentarsi. Abbiamo deciso di smetterla con le lamentele e le critiche sterili e di passare all’azione.

Ormai sta per finire un anno molto movimentato per la Valle del Mercure, dalle elezioni a Viggianello e Rotonda alla continua lotta ormai vittoriosa contro la centrale ENEL del Mercure. Ci auguriamo che il nuovo anno sia un anno all’insegna del cambiamento e del progresso per questo territorio, vogliamo continuare la lotta e soprattutto desideriamo vincere contro i tanti Re che da troppo tempo ci comandano.

 

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