domenica 24 gennaio 2010

Il Quotidiano della Basilicata pubblica un articolo sul ciuccio...firmato Dario Caputo

Viggianello Un nuovo giornale

Quando il ciuccio fa le pulci al sovrano

VIGGIANELLO - Una nuova forma d'informazione si fa avanti, una forma d'informazione
libera e senza peli sulla lingua; ecco come nasce questa nuova iniziativa a Viggianello, il paese delle ginestre.
“U'Ciucciu e u'Re”, questo il titolo di questo nuovo foglio d'informazione, mira a diventare un mezzo per tutti coloro che non hanno voce, un mezzo per porre domande ma anche per cercare
soluzioni alla miriade di problemi che affliggono la nostra Valle. Buono è stato il riscontro alla prima uscita di questo mensile che sarà distribuito gratuitamente su tutto il territorio.

Parla Antonio Vitale, il Responsabile de “U'Ciucciu e u'Re”.

Come e quando è nata in te l'idea di far nascere questa nuova forma d'informazione?


L'idea mi balena da tempo, ma verso novembre insieme ad altri ho pensato che fosse necessario muoversi. La Valle del Mercure è un territorio stranissimo, a metà tra Calabria e Basilicata. Spesso quest'area è stata abbandonata dalle Istituzioni delle due regioni e dai politici che se ne
ricordano solo nei periodi elettorali. Ho pensato che è necessario un protagonismo popolare per ridare vita e spingere per una nuova forma di sviluppo per l'intero territorio.

Perchè quel titolo?

Anche in questo caso ho pensato al territorio; u'ciucciu è un animale simbolo per tutti i contadini e il nostro popolo. Il somaro è simbolo del lavoro, della volontà ma anche della ribellione e della testardaggine. Il re invece è il simbolo del potere, usato ed abusato che va cacciato.Noi ci poniamo l'obiettivo ambizioso di portare una vera trasformazione...vogliamo che a governare siano iciucci. Intesi come i più deboli e quelli che lavorano. Non più i tanti parassiti che abbondano in tutta la Basilicata e non solo.

Un sogno o un possibile traguardo?

Tutti i sogni, anche quelli più difficili da realizzare, possono trasformarsi in realtà, però è necessario crederci. Ma è necessario che questo sogno diventi anche di altri. Da soli non lo realizzeremo mai, la nostra speranza è anche quella di far crescere una coscienza civica che favorisca la partecipazione popolare.


Nei piccoli centri domina l'apatia, la non voglia di mettersi in gioco. Come sovvertire tutto ciò?

Intanto facendo luce sulle tante malefatte dei politicanti e degli speculatori locali. Poi è necessario ridare speranze ed alternative alle persone, far capire che se si abbandona la paura di cambiare ci aspetta una vita migliore. Più giusta, equa e felice. Il raggiungimento della felicità può essere la chiave per far risvegliare le coscienze.

Sulle malefatte dei politici si è sempre fatta luce e alla fine si è spento tutto ma si è spento tutto non per i poteri politici ma proprio per l'apatia dei cittadini.

Certo non possiamo essere stupidamente ottimisti, anzi. La storia però ha insegnato che sono i popoli, anche quelli che paiono assopiti, che cambiano il mondo. Bisogna crederci,ma non fideisticamente. Bisogna dotarsi dell'ottimismo della volontà e non chinare la testa. Siamo testardi come i ciucci in fondo.


E'una visione molto ottimistica delle realtà locali...


No, ripeto non sono per niente ottimista. Mi rendo conto che le difficoltà sono enormi. Ma l'alternativa sarebbe quella di rinchiudersi dentro casa a fare la propria vita. Di certo non è il mio caso. Non sono disposto a cedere all'individualismo, sono convinto che senz ail bene di tutti anche la mia vita non sarebbe soddisfacente. Preferisco prendere cantonate, piuttosto che arrendermi a questo imbarbarimento della società.


Come vedi le realtà locali,
Viggianello in primis,
da quì a un po’di anni?


Senza un'alternativa ed un momento forte di cambiamento anche nella mentalità delle persone vedo le realtà dei piccoli comuni del sud spopolate e senza speranze. Noi abbiamo il dovere storico di lavorare per fare in modo che ciò non avvenga. Ma per fare questo serve coraggio, solidarietà ed apertura


Come vedi le nostre classi dirigenti, a tutti i livelli?


Non le vedo bene, la maggior parte di coloro che ci amministra fa parte di un passato politico che ha portato l'Italia alla deriva. Il ceto politico attuale va cambiato, ma vanno cambiate anche le idee e i modi di amministrare. Non è solo una questione di legalità come molti pensano. Anche chi non è corrotto non è per forza un buon amministratore. Penso anche che la politica debba fare
qualcosa in più che amministrare, deve proporre soluzioni ai problemi, soluzioni da condividere con le popolazioni.


La speranza è l'ultima a
morire... ma a lungo andare anche quella muore.


Beh, la speranza morirà solo quando non esisteranno più le differenze tra ricchi e poveri, tra nord e sud, tra immigrati e abitanti locali. A quel punto il mondo sarà o migliorato oppure finito.


Dario Caputo

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