sabato 2 gennaio 2010

Solidarietà un bene per tutti

L’assenza di servizi sociali degni di questo nome a Viggianello e nella Valle del Mercure è un dato ormai assodato. Non esistono centri di aggregazione e socialità né per i giovani né per gli anziani (oltre ai bar naturalmente); i servizi socio-sanitari sono carenti se non inaccessibili per molti.  Sono presenti numerose barriere architettoniche che rendono estremamente difficile,se non impossibile, la vita di un disabile che vive o vuole visitare questa Valle.

La causa di questa drammatica situazione non sono solo le istituzioni e gli enti pubblici che non svolgono correttamente il proprio dovere. Molte colpe le ha anche la società civile, che  isola anziché integrare i cosiddetti “diversi”.  Spesso lì bolla definendoli “poverini”, come gente a cui bisogna fare al limite un po’ di carità. Nel peggiore dei casi li allontana giudicandoli come inutili.

Se da un lato disabili, giovani, anziani, tossicodipendenti e in generale tutti i soggetti svantaggiati, che abitano la Valle, non trovano alcun tipo di risposta ai loro bisogni, da parte degli enti pubblici, dall’altro i pregiudizi della gente fanno il resto ed emarginano ulteriormente.

Come risolvere questo problema? Magari creando un centro diurno inter-comunale. Un luogo dove le persone possano incontrarsi, avere un’assistenza completa, con lavoratori qualificati. Ecco, un centro diurno del genere sarebbe realmente utile, peccato che non c’è.  O meglio c’è  ma non funziona: si trova in località Anzoleconte a Viggianello, dove è stato costruito un edificio che doveva ospitare proprio un centro per l’assistenza ai disabili di tutta la Valle del Mercure. Finita oltre un anno fa, la struttura è stata finanziata con soldi pubblici. Ma non ci sono solo le mura, al suo interno ci sono circa 17 postazioni informatiche, tutte le attrezzature necessarie per fare di quel posto un luogo di socialità e di crescita. Addirittura sono stati acquistati due furgoni per il trasporto dei disabili in carrozzella.

La messa in esercizio di un luogo del genere darebbe la possibilità di migliorare due situazioni problematiche per il territorio. In primis, dare ai disabili ed ai giovani della valle un luogo dove poter vivere una socialità senza barriere. Secondo si creerebbero diversi posti di lavoro, tra autisti, assistenti sociali, psicologi, ed O.S.S. (operatori socio-sanitari, ndr) ci sarebbero almeno una decina di posti di lavoro in più. Come prendere due piccioni con una fava, si potrebbe dire.

Peccato che non sia così semplice, di nuovi fondi destinati al centro diurno pare non ce ne siano. Il comune di Viggianello intanto ha affidato la struttura alla parrocchia. La quale, con buona pace delle persone con disabilità, non si è certo offesa dell’omaggio.

Purtroppo questo non è il primo e nemmeno l’unico caso di spreco di denaro pubblico e di scarso interesse per i più deboli. Già qualche anno fa a Pedali era stato istituito un centro di aggregazione giovanile, chiuso dopo un po’ inspiegabilmente. La sede di questo centro si trovava nella vecchia scuola elementare di Gallizzi al secondo piano, ora il primo piano di quella struttura pubblica è fittato ad una scuola privata.

Per pochi spiccioli rientrati al comune si è ceduto a privati un luogo di aggregazione e socialità.           

Quanti di voi ricordano le attività del centro ricreativo “Peter Pan”, dove i bambini di Viggianello svolgevano attività parascolastiche e ludiche senza la play station? Beh, anche quello non c’è più, evidentemente Peter Pan è tornato sull’isola che non c’è.

Agli anziani invece chi ci pensa?  A quelli con la tempra più dura ci pensano i bar. Agli altri ,quelli in difficoltà e soprattutto alle donne più anziane che non vanno al bar, ci pensano le famiglie, su cui ricade tutto il peso dell’assistenza dei loro cari. Ma quelli che invece non hanno la famiglia? Per quelli c’è il servizio civile, c’è la cooperativa, c’è l’assistente sociale...evviva siamo a cavallo!!! La soluzione anche in questo caso va ricercata non nelle due ore di assistenza domiciliare, per chi riesce ad accedervi, ma in attività finalizzate al reinserimento sociale degli anziani, che soprattutto per questo territorio sono un valore aggiunto. I vecchi sono i detentori della saggezza popolare, della tradizione e della cultura contadina. 

Non dobbiamo lasciarli soli, ne va del futuro di tutti.

In ultima analisi, la solidarietà non solo rappresenta la civiltà di un popolo ed insieme al lavoro distingue l’uomo dalla maggioranza delle bestie, ma nel nostro caso rappresenta anche un’importante opportunità occupazionale e di crescita dell’intera comunità.

Da oggi per noi inizia una lotta per l’apertura del centro diurno, vogliamo che quella sede finanziata dalla collettività sia davvero di tutti. Anche per quanto riguarda le eventuali assunzioni, vigileremo e cercheremo di impedire che come al solito siano gli amici degli amici a lavorare e non chi più ha bisogno.

Chiediamo infine di intitolare il centro ad un amico, ad un compagno disabile che è scomparso nell’indifferenza delle istituzioni, che in passato ha lottato per vivere come tutti e che spesso si è trovato davanti ad un muro. Parliamo di Vincenzo De Filpo, a cui va il mio più caro saluto.

 

Articolo di Antonio”Che” Vitale

ragionevolonta@gmail.com

 

 

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